Sabato 11 dicembre si è finalmente svolto l’incontro che da tempo si voleva organizzare per rendere ‘tangibile’ l’esperienza di rimboschimento a Montevicchi (nelle immediate vicinanze di Sansepolcro), cui molte aziende del Consorzio ecoVprint hanno contribuito economicamente attraverso il progetto ‘Adotta una pianta’ promosso dall’ Associazione Progetto Valtiberina.
L’idea originaria era stata quella di dare vita a un evento al quale partecipassero in quantità anche le lavoratrici e i lavoratori delle aziende, con un’escursione a piedi fino alla meta. Lo slittamento della data ha suggerito di adottare un format diverso.
L’incontro è iniziato presso il centro congressi ‘La Fortezza’, dove, alla presenza di una trentina di persone, il Dott. Agr. Jacopo Orlando, responsabile del progetto “Adotta una pianta” e membro del direttivo di Progetto Valtiberina e la Dott.sa Forestale Sara Mugnai, responsabile dell’ufficio Demanio Forestale, Vincolo Idrogeologico e Tutela del Territorio dell’Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana hanno descritto l’origine e gli sviluppi del progetto.
Il 5 marzo 2015 l’area di Montevicchi fu interessata da un evento climatico estremo, con raffiche di vento che abbatterono la maggior parte delle conifere presenti, mentre ‘salvarono’ alcune latifoglie.
Nel 2019 fu firmata una convenzione in virtù della quale l’Associazione Progetto Valtiberina promosse il rimboschimento di altri 6 ettari.
Ora, e qui si arriva al fenomeno cui si riferisce il titolo, è accaduto che il 2021 ha presentato precipitazioni inferiori circa del 60% rispetto alla media degli anni precedenti. Questo ha fatto sì che la stragrande maggioranza delle piantine amorevolmente messe a dimora non ce l’abbia fatta. Inoltre hanno ceduto anche piante che erano state introdotte anche negli anni precedenti.
L’anno eccezionale può sempre capitare, ma purtroppo sappiamo che l’evidente tendenza degli ultimi anni è verso estati sempre più calde. In più, se anche le precipitazioni potessero risultare in linea con quelle degli anni precedenti, va considerato che la tendenza, ormai evidente, ad una maggiore incidenza degli eventi estremi (nella fattispecie, nubifragi che causano la caduta di una considerevole quantità di acqua in pochissimo tempo) fa sì che l’acqua caduta invece di penetrare nel terreno e andare a costituire riserva per le radici, se ne corre in massima parte rapidamente a valle. Questo significa che alla siccità estiva ci dobbiamo abituare, e a rinforzo di queste constatazioni è stato rilevato come anche la condizione di riempimento dell’invaso di Montedoglio non faccia che confermare un quadro della situazione molto preoccupante (soprattutto, come è stato spiegato, per le coltivazioni di tabacco caratteristiche della zona e fortemente bisognose di irrigazione).
I relatori hanno quindi evidenziato come, di fronte alla situazione attualmente in atto, i sistemi che si sono usati sin qui per porre rimedio, cioè le piantumazioni fatte con certi principi e certe tecniche, non funzionano più, e occorre tentarne di diversi. È esattamente questo che si farà in futuro, ricorrendo a tipi di piante più resistenti, a metodi di preparazione del suolo diversi (cioè evitando di asportare preliminarmente la vegetazione bassa), diradando le piantumazioni e utilizzando piante fornite di pane di terra invece che a radice nuda. Inoltre si procederà all’impianto anche di semi (le ghiande) invece che di piantine. Per il proseguimento del progetto “Adotta una pianta” saranno d’ora in poi considerate anche piantumazioni in ambito urbano, in zone industriali e ai lati dell’ E45. Per ognuna di queste prospettive occorrerà ovviamente valutare le varie implicazioni e necessità sia sul piano ‘tecnico’ che su quello degli accordi e delle convenzioni con i diversi soggetti interessati.
Conclusa la parte di evento al calduccio de ‘La Fortezza’, un manipolo di eroi si è trasferito in navetta sul luogo delle piantumazioni. La strada da un certo punto in poi era ricoperta di neve che, con le forti pendenze e le notevoli dimensioni della navetta, ha reso certi momenti del viaggetto davvero avventurosi. Arrivati sul posto siamo stati sferzati da un vento che rendeva molto difficile riuscire a sentire le informazioni e spiegazioni, sempre interessantissime, che continuavano a venire fornite.
Nelle immagini che seguono potete vedere lo stato dell’area quasi completamente priva di piante (solo con alcune latifoglie) e l’area delle piantumazioni purtroppo in grandissima parte fallite, con sullo sfondo una delle pochissime zone con conifere superstiti, rimaste a testimoniare come si presentasse l’intera area fino al 5 marzo 2015.
Progetto Valtiberina si propone di organizzare in primavera un evento aperto alla cittadinanza, per sensibilizzare sempre meglio sulle tematiche del cambiamento climatico.
Ci sarebbe ancora tanto da aggiungere e da approfondire su questo intenso paio d’ore trascorso a contatto con una realtà così piena di significati. Senza dilungarci troppo nei dettagli voglio però evidenziare quanto mi è rimasto nella testa e nel cuore in seguito a questa esperienza.
Primo: tristezza nel dover constatare che è diventato ‘normale’ che foreste vengano devastate.
Secondo: paura nel dover constatare che il cambiamento climatico, oltre a generare i problemi (la distruzione delle foreste) pregiudica anche i rimedi (le piantumazioni).
Terzo: sollievo nel vedere che attorno a questo tema si mobilitano volontà, iniziative e anche risorse economiche.
Quarto: fiducia nel constatare che le idee non mancano per far fronte alle nuove sfide che si stanno generando.
Per finire, oltre alla testa e al cuore, gambe e braccia: voglia di agire con sempre maggior efficacia e tempestività per stare solidamente dalla parte giusta e senza risparmarsi in questa sfida epocale dal cui esito dipende il futuro di tutti noi.
Quindi avanti tutta con la transizione sostenibile che il Consorzio ecoVprint sta facilitando per le aziende appartenenti!
Fabio Fantuzzi
Responsabile Sviluppo Sostenibile del Consorzio ecoVprint